Sono trascorsi dodici anni dalla nostra prima intervista video e iniziammo proprio con Tuta Irace. Oggi, a differenza di allora, ci concentreremo su argomenti non come allora, con meno politica e proveremo a conoscere, di più, questa sua metamorfosi.
Partendo dalla mia ultima esperienza a Barano come rappresentante d’istituto, parleremo del suo impegno presso il Circolo Comprensivo Baldino e del progetto del coro stabile, lanciato inizialmente dalla preside Scotto di Fasano.
“Sono passata dalla scuola di Forio alla scuola di Barano, dove sono stata accolta calorosamente all’interno di una vibrante comunità scolastica. Prima ero docente di sostegno e vicaria con la Preside Conti alla Scuola Media di Forio e ho aspirato ad un cambiamento essendo abbastanza camaleontica. Quando si è liberato il posto di docente di musica a Barano, ho colto l’opportunità e il Ministero ha approvato la mia richiesta, dandomi così la chance di trasferirmi. Qui a Barano, ho abbracciato il progetto dell’attuale preside Valeria Scotto di Fasano di formare un coro permanente in onore del maestro Vincenzo Bono, figura storica per la scuola e noto direttore della banda musicale di Ischia. Con l’aiuto di colleghi fantastici come Lorella Conte, Michelangelo Ferrandino e Giustina Taliercio, abbiamo creato un coro che coinvolge studenti di varie età, dalla quinta elementari fino alla terza media.
Con entusiasmo, abbiamo subito iniziato a partecipare attivamente. Abbiamo esordito durante il periodo natalizio, presentando le nostre proposte e tenendo concerti, sia localmente a Barano che oltre i suoi confini. Successivamente, abbiamo anche preso parte alla Giornata della Memoria. Col tempo, la nostra visibilità è cresciuta e ciò ci ha permesso di partecipare a concorsi nazionali ed internazionali, dove abbiamo conseguito un prestigioso primo premio in assoluto all’evento dell’Accademia delle note musicali. La nostra esperienza è emozionante; ci divertiamo molto, perché i giovani artisti ci apportano energia, ci fanno divertire e crescere, fornendoci l’opportunità di evolvere insieme a loro. Questo percorso in loro compagnia speriamo possa proseguire ancora a lungo. Questa direzione è decisamente quella giusta”.
La nostra conversazione-intervista si inserisce nel contesto di una serie chiamata “ischitanibellagente” che mira a svelare il mondo delle donne e dei giovani dell’isola. In questa serie, come in ogni cantiere, abbiamo la figura dell’”Umarell”, quel pensionato che osserva i lavori curiosamente e liberamente. L’occasione per invitarti non è solo perché sei stata una delle prime ad essere intervistata dodici anni fa, ma anche per cercare di capire, ora che hai un ruolo più libero rispetto al passato dove sei stata prima sindaco e politica e poi organizzatrice della festa, cosa significhi Santa Restituta a Lacco Ameno e per i Lacchesi. Voglio precisare che, sebbene ultimamente a Lacco Ameno le cose sembrano essere tese anche tra le cose di “chiesa”, questa intervista non vuole creare polemiche. A prescindere dai ruoli politici o organizzativi, vorrei sapere come viene vissuto questo periodo dell’anno a Lacco Ameno e quale significato ha.
“La venerazione di Santa Restituta ha radici antichissime, come evidenziato nei dettagli da don Pietro Monti nel suo rinomato testo “Ischia archeologia e storia”. Don Pietro, attraverso le sue ricerche approfondite sull’isola d’Ischia, ha prestato particolare attenzione al culto di Santa Restituta. Attraverso scoperte archeologiche, è stato in grado di dimostrare che il culto risale approssimativamente al V secolo d.C., sottolineando così il legame intrinseco tra Lacco Ameno e la santa. Scherzosamente, usavamo affermare di avere “il cromosoma di Santa Restituta”, indicando una fede profondamente radicata nel nostro DNA generazionale. Oggigiorno, dobbiamo confrontarci con il significato contemporaneo di tale devozione e don Pietro ha saputo delineare un percorso che integra il culto di Santa Restituta non solo nella sfera religiosa ma anche nel contesto turistico, collocandolo fermamente nel tessuto culturale del passato, presente e futuro della comunità. Esiste la possibilità di valorizzare il culto di Santa Restituta come attrattiva turistica. Oggi siamo consapevoli che l’identità e le tradizioni, se ben organizzate possono costituire un forte incentivo per il turismo nell’isola d’Ischia.
Questa prospettiva potrebbe rappresentare un importante valore aggiunto per lo sviluppo turistico dell’isola. Don Pietro Monti ha fatto molto per promuovere il culto oltre i confini dell’isola d’Ischia e per me, portatore anche del nome Restituta, trasmettere questo retaggio oltre i limiti dell’isola rappresenta un impegno significativo. Devo ammettere che il lavoro svolto da don Piero ha reso l’evento molto importante a livello nazionale. Molti turisti in passato, e ancora oggi, organizzano le proprie vacanze per partecipare ai festeggiamenti di Santa Restituta, un evento che unisce momenti di devozione religiosa, eventi culturali e celebrazioni festive, culminando con spettacoli e fuochi d’artificio. Per me, Santa Restituta rappresenta un legame con la tradizione e, al contempo, un ponte verso il futuro”.
Essendo stata la prima donna eletta sindaca, se non consideriamo l’esperienza diretta di gestione di Tilde Trofa a Serrara Fontana, ed è possibile affermare che hai infranto una sorta di tetto di cristallo. Sebbene siano passati molti anni da quando hai lasciato la politica, credo che quell’epoca rappresenti un periodo significativo della tua vita.
“Questa è stata un’esperienza incredibilmente significativa per me, una vera opportunità di crescita personale. Ho notato un cambiamento tangibile in me stessa, mi sono rafforzata e ho ampliato i miei orizzonti in ogni direzione. Mi sono dedicata allo studio di varie materie da molteplici prospettive, specialmente quelle normative. Sono cresciuta molto come persona, e questo periodo ha rappresentato uno dei momenti più formativi della mia vita. Ritengo che intraprendere la politica, sia per una donna sia per chiunque, dovrebbe essere un impegno di grande rilievo. Oggi discutiamo spesso a scuola su argomenti come l’educazione civica e il senso civico. Per me, la politica è l’espressione più elevata del servizio civico verso la comunità che si vuole contribuire a sviluppare. Ho dato tutto me stessa nell’ambire alla crescita della mia comunità; nonostante gli errori commessi, ci ho creduto fermamente e penso di aver lasciato un segno nel percorso che altri hanno poi seguito. Qualsiasi figura amministrativa, dal Sindaco al dirigente scolastico o regionale, dovrebbe conoscere bene la storia precedente per poter proseguire nel miglior modo possibile il lavoro passato, portando avanti le pratiche positive ereditate e allo stesso tempo imprimendo il proprio segno personale. Ritengo di aver compiuto questa missione con grande umiltà e con una squadra eccezionale, il cui ricordo rimane prezioso anche di coloro che hanno contribuito alla mia uscita dalla vita politica. Ricordo bene quella notte dei lunghi coltelli, ma dopo la notte arriva sempre l’alba.
Chissà se anche l’attuale Sindaco sa che dopo la notte arriva l’alba…
“Giacomo Pascale è un uomo molto intelligente”
Anche l’altro
“Si, anche molti elettori. Credo che esercitare la carica di sindaco richieda una grande dose di umanità e umiltà. Indossare la fascia tricolore non equivale a ricevere una corona: essere eletti non conferisce poteri speciali. Benché non voglia suonare moralista, ritengo che il fine della politica sia servire la comunità, e questo va fatto con la massima umiltà. È essenziale avere la capacità di ascoltare le persone, soprattutto coloro che esprimono critiche. Ho pensato spesso a vari consigli comunali e ho concluso che la critica in politica, persino quella severa, deve essere vista come un’opportunità per riflettere profondamente. Al contrario, oggi sembra che una critica sia solo un attacco personale o un giudizio, il che è sbagliato. Insisto nel credere in questo approccio alla politica, uno stile fondato sull’umiltà, tenendo conto e rispettando tutti i cittadini e favorevole al confronto anziché temerlo, poiché, come dicono, il voto espresso nella riservatezza dell’urna è l’unico vero verdetto”.
Chi ha fatto politica una volta, difficilmente smette di pensare come un politico e di analizzare il proprio paese con il filtro, appunto, della politica. Qual è la tua idea sulla Lacco Ameno di oggi?
“Prima di tutto, Gaetano, voglio chiarire che, nonostante la percezione di unità, vedo un Paese profondamente frammentato. Questa divisione non riguarda solo la società nel suo complesso, ma rompe anche le famiglie e le posizioni politiche, il che si ripercuote negativamente sul benessere di Lacco Ameno. Non aggiungerò altro su questo punto. È triste osservare come si sia persa quella forma di politica elevata, caratterizzata dal confronto costruttivo. Mi torna in mente il preside Vincenzo Mennella, in un’epoca dove, nonostante le forti contrapposizioni, per esempio tra chi era etichettato come “comunista”, vi era un dialogo significativo.
E una volta che le elezioni finivano, c’era un’unanimità e ognuno ritornava ai propri impegni quotidiani. Ricordo figure come il Sindaco e ancora una volta Vincenzo Mennella, e mi vengono in mente umilmente anche Domenico De Siano e Giacomo Pascale. Giacomo sta facendo del suo meglio per assicurare un certo livello di unità, ma esistono dinamiche che circondano la sua figura e ostacolano questa armonia. A mio avviso, l’unità è lontana dall’essere realizzata, poiché permangono molte tensioni. Giacomo ce la sta mettendo tutta però ci sono tante tante cose che non vanno.
Viviamo in una società in cui il ruolo dell’insegnante era molto diverso; aiutateci a comprendere come possiamo affrontare gli studenti di dodici e tredici anni.
“Dedico molta attenzione e sono profondamente coinvolta nell’istruzione dei ragazzi, in particolare in quella fase delicata della preadolescenza. Nella mia esperienza, vedo che i ragazzi, individualmente, sono di buon carattere e dimostrano buone capacità, nonostante all’interno della classe possano capitare episodi isolati di esuberanza ma mai di cattivo comportamento. Ho notato che i ragazzi apprezzano e desiderano seguire delle regole, e questa è una qualità preziosa, soprattutto quando mancano le regole a casa, rendendo il compito dell’insegnante, parlo in generale, un po’ più complicato. Attraverso la musica, cerco di offrire un percorso emotivo ed educativo, dall’ascolto delle opere del Medioevo all’analisi di musiche contemporanee, per avviare lo sviluppo di un senso critico che poi proseguirà negli studi. Per me, come insegnante, è fondamentale accompagnare i giovani studenti nel loro percorso, stabilendo una relazione di fiducia in modo da poter affrontare con loro anche eventuali difficoltà familiari o sociali. Sottolineo l’importanza di far comprendere loro che la scuola è un luogo dove si acquisiscono valori significativi che completano quelli impartiti dalla famiglia. Quando scuola e famiglia collaborano efficacemente, insieme agli altri enti, si crea quella sinergia che può facilitare un processo formativo costruttivo per la crescita sana del bambino, del pre-adolescente e dell’adolescente”.
Siamo arrivati alla fine veramente. Guardando da fuori, qual è la valutazione in generale sull’isola
“Ho partecipato attivamente all’associazione per il Comune unico e ci credo ancora fermamente, convinta che rappresenti un valore cruciale. Se l’isola d’Ischia intende progredire, deve voltare pagina, deve chiudere il capitolo anzi deve chiudere proprio il secondo volume e non so quale volume siamo a arrivati della storia. Negli ultimi anni ho osservato che nonostante sembri che tutto sia cambiato, in realtà nulla è realmente diverso; le stesse problematiche persistono da 15 o 20 anni: il traffico, le scuole. La soluzione richiede una visione complessiva e strategica per pianificare dettagliatamente ogni aspetto dell’isola d’Ischia. Inoltre, mi chiedo: dov’è la nuova generazione politica? Dov’è la vitalità dei giovani che possono davvero fare la differenza? E guardo sempre verso Lacco Ameno e mi chiedo, ma i nuovi giovani dove sono?”
LA COSA BELLA DELLA VITA SONO I RICORDI-E TANTO VOLTE I RICORDI VISSUTI NON BACIANO CON I RICORDI CHE SI RACCONTANO–PARLARE DI VINCENZO MENNELLA ,ILLUSTRISSIMO PROFESSORE-VICE PRESIDE (PRESIDE BALDINO ) E COORDINATORE E PRESIDENTE DELLE SCUOLE-POZZUOILI-PROCIDA E ISCHIA C E’ DA TOGLIERI IL CAPPELLO E AVERNE UNA STIMA ENORME -VERO UOMO DI STUDI -MA PARLARNE COME SINDACO DI LACCO AMENO——-MI SI FA RICORDARE IL MOTTO CHE IL GRANDISSIMO PEPPE CALISE ” O TARANTINO ” SOLEVA DIRE—–VICIENZ è U SINDACO DI LACCO AMENO MA CONOSCE SOLO A VIA CA DA U CAPTIELL PORTA A U COMUNE -E NUN O LA FA NEPPUR A PIEDI MA RINT A “SECIENT””—ISS NUN SAP MAI NIENT-E COM E’ VERO NON CONOSCEVA NEPPURE IL PAESE—CARA TUTA RICORDA CHE SOTTO LA SUA LUNGIMIRANZA FECE COSTRUIRE I DEPOSITI DELL ACQUEDOTTO VICINO CASA TUA -MA TU PER AVERE L ACQUA IN CASA O IN MEZZO ALLA TUA STRADA DOVEVANO METTERE IN FUNZIONE UNA POMPA DI SOLLEVAMENTO-ALTRIMENTI DOVEVI ANDARE CON UN SECCHIO–NON DIMENTICHIAMOCI CHE HA GESTITO IL COMUNE QUANDO ARRIVO’ ANGELO RIZZOLI-A CUI HA IMPEDITO TANTISSIME COSE PER IL BENE DEL COMUNE E DELLA COMUNITA’ –UNA DELLE TANTE LA TRASFORMAZIONE DEL RIONE ORTOLA IN UN CENTRO DI RESIDENZA ECCEZIONALE -LUI CHE D ISCHIA SUI SUOI GIORNALI ERA- RICHIAMO MONDIALE–AVRAI SENTITO DIRE O VISTO CHE FIGURE CHE PERSONAGGI ARRIVAVANO QUI–NELLA RADA DI MONTEVICO LE NAVI DI LUSSO DEI GRANDI MAGNATI ARABI- O PRESIDENTI DELLA REP…-IMPRENDITORI MONDIALI-.STAVANO ALL ANCORA E L ALBERGO REGINA ISABELLA-ERA LA LORO RESIDENZA DI LUSSO-LE FAMOSE TERME —LASCIAMO STARE CON TUTTO IL CONTORNO ANNESSO E CONNESO-COMUNQUE DOPO DI LUI -FINO A DOMANI NON OGGI—OSCURATISMO COMPLETO E SENZA LUCE NELLA GALLERIA ………..
grande domenico -grande raffaele -non si sbagliavano mai
è solo un sogno l’Isola con un solo sindaco, e come mangiano tutti gli altri? fatevi una domanda e datevi una risposta