Tutti contro con Giosi. Tutti con Pugliese. I vigili urbani di Ischia fanno quadrato, protestando contro la disposizione del sindaco emanata la scorsa settimana, con la quale di fatto si ridimensiona il ruolo del comandante della Polizia municipale di Ischia. Non propriamente un fulmine a ciel sereno, visto e considerato che da diverse settimane il primo cittadino bacchettava ad ogni piè sospinto il numero uno dei vigili. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, neanche a dirlo, è stata la questione del posto auto clericale a Sant’Antuono, che ha esposto Ischia al pubblico ludibrio nazionale ma della quale, soprattutto, il primo cittadino non era stato messo al corrente.
Di qui, dunque, la decisione estendere di fatto il comando, estendendo i poteri decisionali ad alcuni tra i tecnici fedelissimi di Giosi, Silvano Arcamone e Antonio Bernasconi, oltre che a Scotti e Di Meglio, che sono espressione del corpo di Polizia Municipale.
Ma i vigili non ci stanno. E proprio ieri hanno di fatto proclamato lo stato di agitazione, al termine di un’assemblea sindacale intensa, carica di punti all’ordine del giorno.
Su tutti, naturalmente, quella disposizione “galeotta” del 22 gennaio scorso, con la quale Giosi ha assegnato i compiti di adozione degli atti determinativi della polizia locale ai dirigenti dell’area tecnica Arcamone e dell’area amministrativa, Bernasconi. Un atto che i vigili urbani considerano illegittimo, in quanto esporrebbe il corpo della Polizia Municipale a una situazione di possibile anarchia, privandolo di una chiara figura rappresentativa e organizzativa, impoverendo di fatto il ruolo di Pugliese, che al 31 dicembre assumeva le funzioni di coordinamento dei servizi di comando.
Un provvedimento illegittimo e inopportuno, a cui dunque i vigili urbani rispondono proclamando uno stato di agitazione e richiamando alcune pronunce del Consiglio di Stato su ricorsi basati su situazioni analoghe, per le quali i magistrati avrebbero avuto un orientamento chiaro e nitido, sottolineando che «il corpo di polizia municipale rappresenta un’entità organizzativa unitaria ed autonoma rispetto alle strutture organizzative del comune, costituito dall’aggregazione di tutti i dipendenti comunali che esplicano a vari livelli i servizi di polizia locale al cui vertice è posto un comandante anch’egli vigile urbano, che ha la responsabilità del corpo e ne risponde direttamente al sindaco. Una volta eretta in Corpo, la polizia municipale non può essere considerata una struttura intermedia inserita in una struttura burocratica più ampia, né attraverso un simile incardinamento può essere posta alle dipendenze del dirigente amministrativo che dirige tale più ampia struttura».
Di più: l’illegittimità del provvedimento del Comune di Ischia risiederebbe anche in alcuni punti del regolamento approvato con delibera del consiglio comunale n 48 del 27 aprile 2004, che all’articolo 12 recita, testualmente: «In caso di assenza del comandante la funzioni del vice comandante è ricoperta dal funzionario responsabile di area con maggiore anzianità di servizio e grado».
Al netto delle tensioni per il caso Pugliese, ieri si è parlato anche di quel che non va nel corpo di Polizia municipale ischitano. A cominciare da alcune denunce improcrastinabili: senza divise invernali, i vigili hanno freddo. Il Comune non se ne occupa da anni. Per tacere del parco auto usurato, di mezzi vecchi e obsoleti, dei numeri risicati dell’organico, che non riesce ad assolvere a tutte le necessità del territorio.
Ma la frattura non è insanabile, e sarà un imminente incontro con l’amministrazione comunale, e in particolare con l’assessore al ramo, Giosué Mazzella, a diradare le nubi, eventualmente, che si addensano sugli uffici della Polizia Municipale. Saranno la segreteria provinciale del sindacato, la Cgil, e il rappresentante territoriale Franco Ragaglia a tessere la trama di una possibile ricucitura.
@ildisparilive