Caro Babbo Natale,
in questa letterina non posso scriverTi l’esatta verità di quel che vorrei per la mia Ischia e, in particolare, per il mio Comune, perché il nostro Direttore ci ha imposto, come ogni anno, di fare i bravi e scrivere solo cose in perfetto clima natalizio. Lo so, l’aria che tira nel Comune di Ischia sa veramente poco di Natale, ma tant’è.
Salto a pie’ pari tutti i desideri che in tanti Ti avranno espresso: salute, pace nel mondo, prosperità a tutti, magari un lavoro stabile, forse una casa o un po’ di liquidità in più per pagare bollette o rate di mutui sempre più insostenibili. Molti di questi doni Ti chiedo di riservarli a chi ne ha indubbiamente bisogno, non certo a me che, bene o male, il lunario lo sbarco.
Ecco, invece, quel che mi piace chiederTi! E lo faccio sì col sorriso sulle labbra, ma non certo perché si tratta di qualcosa di irrealizzabile.
Vorrei che la mia Isola, nella sua interezza, imparasse a pensare in grande e da grande. Vorrei che quanto prima si riuscisse a costituire quel tanto agognato Comune Unico che, finalmente, calerebbe dall’alto sulle nostre teste bacate quell’unità d’intenti che, se vogliamo, è utopistica solo a causa dei nostri limiti di mentalità. Vorrei che un importante progetto di rinascita collettiva venisse sposato dalle nostre sei realtà locali che, pur non perdendo la propria identità e ritrovandola, anzi, in questo nuovo importante soggetto dalla voce grossa, riuscissero finalmente a consolidare l’isola d’Ischia al centro del loro agire, d’amore e d’accordo con tutti.
E poi, ultimo solo cronologicamente, il regalo “materiale” che vorrei per l’isola d’Ischia: se tra qualche anno, a quanto pare, Calabria e Sicilia saranno unite dal loro ponte sullo Stretto, con tutti i vantaggi che quest’opera titanica comporterà, e se a Capri nella prossima stagione sperimenteranno il taxi volante a quattro posti, motore elettrico e al costo di un trasporto auto per la stessa tratta, vorrei che in attesa di una sempre migliore continuità territoriale, la vera ripresa di Ischia partisse dalla costruzione di un aeroporto, piccolo ma sufficiente a migliorare i collegamenti col resto d’Europa e facilitare l’acquisizione di nuove ed importanti quote di mercato turistico internazionale.
Non è impossibile, caro Babbo Natale: lo fanno già tantissime altre isole ovunque al mondo e ne ho già parlato e scritto molte volte. Volere è potere. E del resto, Tu che voli da un cielo all’altro su una slitta trainata da renne, dovresti saperlo bene.
Buon Natale, Ischia! Ci rileggiamo il 27.
Magari ci fosse un aeroporto a Ischia….troppo bello per essere vero…