mercoledì, Gennaio 8, 2025

Un campetto, un telefonino e manco un barbiere

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Cattivi esempi. Quando gli adulti sbagliano di grosso!

Gaetano Di Meglio | In edizioni come queste, di solito, oltre alla cronaca, al racconto, agli interventi e alle opinioni ci dovrebbe essere un editoriale. E noi rispettiamo questo stile e, per l’occasione, lo ha scritto Claudia Savino. Una giovanissima studentessa del Liceo Buchner. Lo leggete in alto.
Io vorrei evidenziare due momenti che mi hanno fatto molto arrabbiare. Due occasioni mancate che dimostrano il lato nero della nostra società. Il primo è quello di una donna alla guida della sua utilitaria che, indisturbata, parlava al cellulare mentre guidava sulla corsia affianco ai ragazzi che sfilavano per una maggiore sicurezza sulle nostre strade. Uno schiaffo alla decenza, all’intelligenza, alla morale.

Mentre vedevo questa scena sono stato assalito da un senso di rabbia e di rassegnazione amara. Un senso di sconfitta che lascia una scia sporca di menefreghismo e di altro. L’altro evento che non avrei voluto raccontare oggi è l’inaugurazione del campetto all’esterno del Mennella ad Ischia. Era questa l’unica data possibile per inaugurare un campo? Proprio questa mattina quando il movimento degli studenti aveva deciso di alzare la voce sulla sicurezza stradale.

Gli adulti hanno fatto davvero una brutta figura e hanno dato un pessimo esempio. Ieri era la giornata del ricordo, della testimonianza, della partecipazione. E non è stato così.

Un capitolo a parte, invece, è quello relativo alle grandi assenze. Ischia ha snobbato il grido di aiuto dei suoi studenti. Si è girata dall’altra parte e ha ridotto il tutto ad una “cosa da studenti”. Ed è così ogni volta che c’è una categoria che ha bisogno di ascolto. L’argomento è così ampio e diffuso che avrebbe dovuto coinvolgere tutti eppure in strada c’erano solo loro. Giovani cittadini toccati dal dolore che Ischia ha lasciato soli. Abbiamo associazioni e comitati per ogni cosa eppure nessuno, ieri, ha sentito la necessità di testimoniare la propria presenza per dire “io voglio strade più sicure”.

Mi chiedo, ad esempio, come mai nessuno abbia reputato giusto sfilare con loro, insieme a loro, al loro fianco. Non è arrivato l’invito? Non è arrivata la chiamata alle armi? C’era poco preavviso? Era lunedì mattina? Che ne so, forse, potevano i barbieri di questi ragazzi…

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