Leo Pugliese | Un italiano su due sa che Procida sarà la Capitale italiana della cultura nel 2022. Una percentuale che sale al 69,1% se si prende in esame un campione composto da turisti che hanno visitato la Campania negli ultimi 5 anni e al 73,9% se il riferimento è ai residenti in Campania.
È quanto emerge dall’indagine Doxa sul brand e sul posizionamento competitivo dei diversi prodotti turistici della Regione Campania e sulla profilazione dell’utenza che sarà alla base della programmazione regionale.
La ricerca è stata proposta dall’assessorato al Turismo e deliberata dalla giunta regionale e ha preso in esame un campione statisticamente significativo della popolazione maggiorenne residente in Italia.
“Non può che inorgoglirci un indice di popolarità così significativo della nomina di Procida, circostanza che ci assegna un’ancora maggiore responsabilità nella gestione dei processi e i valori su cui è incentrato il nostro programma culturale, che mirano in particolare alla sostenibilità e alla crescita armonica del territorio. Siamo riusciti a costruire, partendo da un’utopia, un immaginario collettivo, mediante un ascolto profondo dei desideri della comunità che si sono poi trasformati in strategie e traiettorie di sviluppo.
Forse queste sono alcune delle ragioni che stanno facendo di Procida 2022 un simbolo e un laboratorio di innovazione culturale”, dice il direttore di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022, Agostino Riitano.
“Il crescente interesse per la nostra isola, nato già all’indomani della proclamazione e testimoniato anche da alcuni reportage internazionali, in ultimo quello del New York Times, avrà ricadute positive anche per i Campi Flegrei, le altre isole del golfo e l’intera Campania”, sottolinea il sindaco di Procida, Dino Ambrosino.
Il 45% del campione ha progettato una vacanza per la prossima estate in Italia e ha eletto la Campania sul podio delle regioni più ambite del nostro Paese, complice l’operazione “Isole Covid free”, che è stata ritenuta utile per promuovere il turismo in Campania e in Italia dal 67,6% del campione.
“L’indagine conferma che il brand Campania vive di una immagine iconografica molto identitaria e largamente favorevole, ancorata a valori come le bellezze naturali, l’enogastronomia, la varietà dell’offerta, ma legata anche alla percezione di una sicurezza scaturita dalla gestione dell’emergenza sanitaria da parte del presidente De Luca” dichiara l’assessore regionale al Turismo Felice Casucci.
Il progetto Procida che piace in Europa
Il progetto di sviluppo locale a base culturale di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 infatti è stato riconosciuto come buona pratica nell’ambito del programma di peer learning Cultural Heritage in Action del progetto European Framework for Action on Cultural Heritage promosso dalla Commissione Europea. Durante la sessione di lavoro internazionale, tenutasi a fine marzo nella città finlandese di Vantaa, Procida ha illustrato il metodo utilizzato per il coinvolgimento della comunità nella costruzione di un immaginario collettivo per il riutilizzo adattivo del patrimonio culturale, spinta immaginifica e perno attorno al quale ruota il dossier di candidatura.
Procida Capitale italiana della Cultura non del turismo
Il 18 gennaio 2021, l’isola flegrea con poco più di 10.000 abitanti, è stata nominata Capitale italiana della Cultura 2022. Per la prima volta dall’istituzione di questa iniziativa nel 2015, il riconoscimento è andato a un piccolo borgo, invece, che a un capoluogo di provincia o di regione: un cambio di marcia, si spera, nelle politiche culturali nazionali che negli ultimi 30 anni si sono quasi esclusivamente orientate al potenziamento dei grandi attrattori. Come ci ha tenuto a precisare più volte Stefano Baia Curioni, presidente della Commissione valutatrice del MiC, Procida infatti non ha vinto per il numero di eventi previsti o per le sue innegabili bellezze, bensì per la sua trasversalità progettuale che pone la cultura alla base dello sviluppo sociale ed economico dell’isola da qui ai prossimi cinque anni. Una vittoria importante, insomma, che finalmente slega il concetto di Capitale della Cultura da quello meramente turistico, superando la preminenza dello straordinario sull’ordinario anzi riconoscendo il valore strutturale della cultura nei processi di crescita locale.