EDITORIALE di Gaetano Di Meglio | La storia che vi abbiamo raccontata dell’ennesimo fallimento del Comune di Lacco Ameno è uno dei sintomi per cui la ricostruzione, pubblica e privata, delle due calamità naturali che ci hanno colpito, la prima nel 2017 e la seconda nel 2022, meriti un aggiornamento importante.
Serve un passo in avanti, serve un ulteriore step affinché sia tutto più rapido, più efficiente, più funzionale.
A sette anni dal terremoto, sapere che la progettazione del Liceo di Lacco Ameno è ancora ferma è un segno, gravissimo, di come gestiamo la cosa pubblica. In verità stiamo parlando di Lacco Ameno e quindi tutto assume una dimensione meno grave. Il dissesto amministrativo, la leggerezza nell’affrontare le problematiche, la qualità amministrativa dell’ente di Giacomo Pascale fanno passare questo ennesimo stop alla ricostruzione pubblica come una cosa meno grave di quella che, in realtà, rappresenta.
E’ imbarazzante sapere che la Rodari è stata demolita, ricostruita e a breve accoglierà i piccoli studenti del Comune di Ischia e il Liceo di Lacco Ameno, dopo sette anni, sta ancora senza progettazione. Assurdo!
La ricostruzione di Ischia, sia post sisma, sia post frana, non può continuare ad essere affidata alle incapacità comunali. C’è bisogno di una cabina di regia che faccia rispettare i tempi, che detti il ritmo e, perché no, che “commissari” – quando necessario – anche i soggetti attuatori più lenti. E, come in questo caso, il comune di Lacco Ameno.
Ad oggi ci piacerebbe conoscere lo stato di avanzamento dei progetti pubblici (in particolare) che devono essere realizzati con i fondi della ricostruzione post sisma e post frana. Qual è il loro stato di avanzamento, qual è la loro condizione e, soprattutto, a che stiamo!
Uscire da questo stato di confusione e opacità, dovuto essenzialmente alle lentezze amministrative dei singoli soggetti attuatori dovrebbe essere il prossimo step che il Commissario Legnini deve compiere. Sarebbe un ulteriore passo avanti di una comunità che, purtroppo, anche a causa delle sue scelte nelle urne elettorali, si trova a fare i conti con la peggiore classe dirigente e amministrativa.
Mettere una data di scadenza agli enti pubblici di perdita dei finanziamenti potrebbe essere una chiave di volta in questa vicenda. Mettere delle tappe obbligate, come quelle del PNRR, per citare una best practice che funziona, potrebbe essere la soluzione più veloce.
Abbiamo visto che la cabina di Regia di Palazzo Chigi riesce a raggiungere gli obiettivi su scala nazionale e noi non riusciamo neanche a concludere una progettazione? Ma si può accettare tutto questo? Davvero ci vogliamo illudere che devono essere gli altri a farci uscire dal guado o, invece, vogliamo metterci tutti i “c….ni” che abbiamo” per dirla con Coach Pozzezzo, e iniziamo a fare sul serio?
Purtroppo da noi (intesi come ischitani) non verrà fuori nulla di buono, la speranza è che il Commissario Legnini, invece, voglia attivarsi e voglia mettere bianco su nero quelle che sono le responsabilità dei soggetti attuatori. Se per uscire dal laccio che teneva imprigionata la ricostruzione privata si è potuto offrire ai cittadini un elenco di professionisti accreditati per la definizione delle pratiche, perché non replicare la stessa cosa con gli enti statali che non riescono a concludere nessuna delle opere a loro affidati?
“Commissariare” il Comune di Lacco Ameno, in questo senso, potrebbe essere una soluzione efficace. Far decadere l’ente inadempiente dal ruolo di soggetto attuatore e affidare il dossier ad un altro ente potrebbe consentirci di venire fuori dalle sabbie mobili autoprodotte negli uffici di Piazza Santa Restituta.