Questa campagna elettorale mostra la sua cifra politica nel comportamento tra maschi e femmine. Si, forse, due categorie superate in questo 2021 e in questa società che si divide tra gender, Zan e identità non-binarie degli adolescenti. Una campagna elettorale che dimostra come ci sia una diversità di coraggio, di impegno, di destinazione, di obiettivo!
La campagna elettorale è stata caratterizzata dall’attivismo di Rosario Caruso e Tilde Trofa da un lato che camminano sullo stesso piano e da Palma Iacono e Fanny Raustella dall’altro. Eppure c’è qualcosa che non quadra.
Palma e Fanny sono la prova della insipienza politica dei maschi di “amico in comune”. Una generazione di politici, giovani, che non ha avuto il coraggio di rischiare, di mostrarsi e ha preferito fare il coro a Cesare Mattera.
E’ imbarazzante pensare che tra cinquantenni in carriera, tra professionisti impegnati nel sociale e nella impresa, tra assessori uscenti e in cerca di consenso e approvazione, non si sia trovato nessun coraggioso che abbia voluto dare a Serrara Fontana il senso del futuro. E non lo hanno fatto né in occasione della candidatura a sindaco né durante la campagna elettorale lasciando spazio, invece, ad altre figure.
Una riflessione obbligatoria che viene fuori quando, ovviamente, si fa il paragone tra i due candidati sindaco. Uno più simpatico e più amicone, l’altra più preparata e più integrata nel sistema dirigenziale dell’isola e degli enti superiori.
Da 10 anni, infatti, Cesare ha vissuto una sorta di navigazione di crociera sotto vento, senza produrre nulla e dimostrando di non essere impegnato nella pubblica amministrazione. Si, la presenza al comune al piano di “sotto” e non negli uffici è la dimensione di chi non si è impegnato. La famiglia numerosa, quel senso stupido di conoscenza e di riconoscenza per il piacere ricevuto e non per il diritto rivendicato sono sempre i pilastrini sui quali si regge la storia del consenso.
E davanti a tutto questo, nessun uomo della sua lista ha trovato il coraggio di candidarsi, di farsi avanti. E, soprattutto, di affrontare Irene.
E qui veniamo alla valutazione politica. Peppino a Sant’Angelo, Daniele e Cuscitiello sapevano di valere meno di Irene. L’avevano vista all’opera, erano stati schiacciati negli ultimi gruppi di maggioranza e, soprattutto, hanno perso sul coraggio di emergere.
Nonostante lo stesso percorso amministrativo, nella stessa maggioranza e nella stessa buona parentesi di governo, i “maschietti” di Cesare hanno ceduto il passo ad un arzillo anziano e ad una donna decisa e determinata.
E’ una questione di futuro e di prospettiva. Di futuro che si vuole rappresentare per Serrara Fontana. Chi deve guardare al domani del territorio e del comune? Cesare? E’ davvero Cesare il volto che può rappresentare le sfide del domani di Serrara Fontana? Non ho dubbi sul fatto che la caparbietà di Cesare e che la sua determinazione possano essere gli ingredienti giusti della prossima giunta ma il dubbio, soprattutto dopo l’ultima apparizione in pubblica, resta molto alto.
E questa stessa narrazione può raccontare la campagna elettorale di Cesare. Attive le donne, in coro i maschietti. Coraggiose (anche nel seguire percorsi poco corretti o orme di scuorno) da una parte, coristi dall’altra.
E Serrara Fontana ha bisogno di prospettive, di sfide, di riscossa, di futuro.