mercoledì, Gennaio 15, 2025

“Variante De Siano” abusiva, la Regione blocca i fondi a Lacco

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Fogne sotto la lente di ingrandimento: maxy esposto alla Procura delle Repubblica. A rischio il finanziamento: quattro giorni per rispondere

A Lacco Ameno i lavori per l’esecuzione della ormai famigerata fogna cittadina del Corso e finora di via Casamonte, continuano a riservare colpi di scena. La Regione Campania ha dichiarato abusiva la variante realizzata sulla Lacco-Fango e chiede chiarimenti al comune di Lacco Ameno ritenendo imprescindibile ed urgente la consegna di una dettagliata relazione sul progetto in corso.  Quattro  giorni per chiarire, dieci a partire dall’11 febbraio data in cui la nota regionale è giunta in Municipio. La prima trance del finanziamento, intanto, non verrà  pagata. Tutto bloccato. Ad aprire le richieste di palazzo Santa Lucia un dettagliato esposto, 7 pagine e un faldone di sei allegati che restituiscono uno screening puntuale dell’appalto e i suoi lati oscuri.
Rilievi, note, segnalazioni sulle anomalie di detti lavori fognari e i subappalti concessi con troppa leggerezza da un’amministrazione della cosa pubblica scriteriata in relazione al rispetto delle norme che ha avviato lavori e opere con fondi pubblici senza controllo nè controllori. I dubbi vengono concentrati sulla variante del Fango approvata in Giunta senza tenere conto del codice degli appalti e che l’estensore dell’esposto ritiene “realizzata per favorire il consigliere di maggioranza Michele De Siano fratello del Senatore De Siano”.
Un esposto al momento apocrifo benché attributo ad un consigliere d’opposizione, Giovanni De Siano, per conto della stessa opposizione che di fatto non ne han “rivendicato” la titolarità, scuote dunque le condotte lacchesi.
Davvero, narrando le gesta dei nostri amministratori pubblici ci si imbatte in realtà e questioni tra l’assurdo ed il faceto, tra l’incredibile e il penalmente rilevante. Realtà che sono sotto gli occhi di tutti e che a volte, tanto sono assurde, non si riescono a vedere.
Da mesi, la ditta incaricata opera sulle strade cittadine, e da poco si è consumato l’ennesimo teatrino con il sequestro preventivo dei cantieri realizzati su aree demaniali. Dissequestrati solo a seguito dell’intervento del legale Cristiano Rossetti. Ebbene, proprio mentre va in scena l’ennesimo caso di abusivismo istituzionale la Regione chiede chiarimenti sulla conduzione dell’appalto in relazione al quale la stessa Regione non ha ancora versato un centesimo, neppure la prima trance del finanziamento. Al momento pesantemente a rischio. Nel mentre, il paese è messo a ferro e a fuco con i cittadini e le imprese duramente provate.
L’esposto  in cerca d’autore  rileva come agli atti pubblici dell’Ufficio Tecnico di Lacco Ameno ci sia anche  la determina n°34 del 5 novembre con la quale il Capo dell’UTC, Gaetano Grasso, autorizza il subappalto alla ditta “Impiantistica meridionale srl” da parte della “Ici Costruzioni” dell’onorevole Patriciello.
Si tratta del mini appalto a fronte dei milioni di euro introitati grazie ai  POR, ma indubbiamente sostanzioso per i beneficiari che di fatto si divideranno grosso modo a metà la torta dell’affaire fognario lacchese.
Una subappalto per un totale complessivo di 1.059.000 di euro .
Spartizioni in parte compensate con la lievitazione consistente dei costi alla base dell’appalto passati con un nuovo quadro economico a 2457.107,67 euro a fronte degli iniziali  1.906.011,20 euro in sede di gara. La ICI aveva offerto un ribasso del 2,75% che determinava un importo contrattuale sul prezzo a base d’asta per un importo complessivo di 1.854.284,43 oltre IVA al 10%. Stabiliti i prezzi e il da farsi, la Ditta aggiudicataria, in settembre,  comunicava la sua disponibilità a terminare i lavori in soli 90 giorni a fronte dei 330 offerti.
In una, rispondendo alle perplessità dell’Autorità garante degli appalti pubblici e con l’altra foraggiando i soliti impresari noti che beneficheranno del subappalto. La spesa è stata impegnata nel Bilancio riequibrato 2014, lo stesso che il Ministero dell’Interno aveva bocciato in assenza  di chiarimenti.
La  variante, in realtà è del tutto illegittima, parimenti abusivi sono i lavori che la riguardano e le richieste di finanziamento e di pagamento della prima trance già consegnate in Regione, ovviamente, debitamente, senza la segnalazione che i pagamenti includono anche la esecuzione dei lavori della variante in questione.
E’ scritto anche nella denuncia alla Procura.
Lo ha confermato la Direzione Generale della regione Campania che, nel sollevare le sue perplessità al comune di Lacco Ameno scrive: “Viene riferita l’approvazione di una Perizia di Variante per circa  250mila euro lungo un tratto di strada non contemplato dal progetto originario ed interessato da un progetto finanziato con altri fondi. Nel medesimo esposto si afferma inoltre che il Primo Stato di Avanzamento richiesto alla regione quale Ente finanziatore risulterebbe comprensivo anche dei lavori oggetto della citata Variante”. A sottolinearlo è il Funzionario Michele Palmieri. “Relativamente a tale variante nessuna comunicazione è stata effettuata allo scrivente dirigente ragione materiale e che la stessa non risulta citata in nessuno degli atti emanati dall’amministrazione beneficiaria del finanziamento trasmessi allo scrivente successivamente alla  data di presunta approvazione della medesima variante”.
Agli atti, però, risultano le richieste di pagamento avanzate dal comune alla regione per i lavori eseguiti privi delle indicazioni della variante in questione. Lo rileva ancora Palmieri: “Nessuna comunicazione dei lavori per la variante neppure nella richiesta di pagamento avanzata!”

I lavori avrebbero dovuto  dunque seguire  un iter, partendo  dalla proposta in Regione e finendo  al finanziamento con la aggiudicazione della gara. Con la variante, al contrario, si blocca in parte l’iter escludendo Via Casamonte. Poi si interviene a monte della griglia sulla via Provinciale Lacco Fango per inserire altre opere senza nessun fondamento legittimo.
Anzi si fa di più. Si fanno presunte economie di spesa tagliando una zona del paese ed investendo in un’altra. Un tratto non previsto, tra l’altro, già oggetto di un appalto precedente e diverso ai tempi di Tuta Irace Sindaco.
“Si richiede una relazione sulle motivazioni alla base della necessità della stessa,alle caratteristiche dei lavori, alla eventuale sovrapposizione degli stessi con analoghi lavori già finanziati con diversa fonte, alla inclusione della variante nei lavori già rendicontati alla scrivente Direzione Generale con il primo stato di avanzamento lavori approvato con determina n.37 del 4 dicembre dal responsabile dell’Area Tecnica Grasso nella quale non viene fatto riferimento alcuno alla presunta approvazione della variante, nè vengono riportate le modifiche al quadro economico post gara derivanti dall’approvazione della stessa”. Questo è quanto riportato in uno dei tratti più significativi della nota regionale
Con le richieste di chiarimenti avanzate dalla  Regione  è chiaro che la stessa (che pure avrebbe dovuto per competenza)  non si è espressa in merito alla variante voluta dall’amministrazione del Sindaco Pascale. Nè tantomeno è stata siglata una nuova convenzione.
Il codice  degli appalti pubblici a Lacco Ameno è stato completamente strappato.
La giunta Pascale  ha fatto una delibera come un vero proprio appalto diretto sull’intero importo lavori. Un passaggio ammantato dalle tante ombre che inoculano il dubbio sulla  liceità dei cantieri. Cantieri, lo dicono i fatti, tra i più pericolosi che la storia del territorio abbia mai registrato. La Regione, come l’estensore dell’esposto, comunicheranno i rilievi e gli illeciti riscontrati anche alla Autorità Nazionale Anticorruzione. Alla quale, di converso, si chiede di notiziare eventuali attività di accertamento e d’indagine avviate in relazione a presunte anomalie inerenti la fase di aggiudicazione di gara e la variante del Fango abusiva.
La variante abusiva è, senza ombra di dubbio, stato il marchio di fabbrica di una gestione della cosa pubblica prevaricatrice, prepotente e personalistica di cui ora è stata messa a parte anche la Procura della Repubblica e l’ANAC di Cantone.

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