Leo Pugliese | Anche quest’anno molto probabilmente dovremo sopportare l’idea di non vedere ed ammirare la processione del Venerdì Santo sulla nostra isola. Almeno ad oggi sembra così vista l’andatura della curva epidemiologica, il programma delle vaccinazioni e i vari dpcm.
E così, l’istrionico artista isolano Giovanni Righi che con le sue creazioni sta riscuotendo molteplici consensi nel mondo dell’arte, lancia l’allarme e prova a delineare una proposta:
“La processione del Venerdì Santo è un tratto caratteristico (se non il tratto per eccellenza) delle nostre radici culturali. Attorno ad essa si ritrova tutta la procidanità. Si trova l’arte, la passione, ma soprattutto il comune sentire di uomini e donne di diverse generazioni che vivono con grande trepidazione quel periodo dell’anno.
Quello che abbiamo appena trascorso lo abbiamo relegato nei libri della storia anche per la mancata processione, un vulnus che ha toccato tutti e tutto e che ci ha fatto male non poco.
Pensare che anche questo 2021 possa passare in sordina senza che si organizzi nulla sarebbe un disastro e aprirebbe la strada ad un graduale disinteresse che negli anni hanno già toccato le nuove generazioni. Pochi infatti conoscono la carta pesta, le arti povere e il laborioso lavoro che c’è dietro l’organizzazione della processione.
Non possiamo e non dobbiamo stare con le mani in mano.
Certo i tempi e i mesi che ci aspettano non sono rose e fiori. Però si deve provare a fare qualcosa. Come ad esempio aprire le chiese per fare dei piccoli misteri da esporre da domenica delle palme fino alla domenica di Pasqua in modo tale che le persone andando a messa possano ammirare quanto costruito. Oppure aprire la ex chiesa di San Giacomo per una piccola esposizione di piccoli misteri. O altre idee che tutti assieme dovremmo provare a cavalcare.
Se la pandemia ci ha costretti a rivedere certi modi di agire, di fare e di muoverci, non permettiamo che tranci per un altro anno quel sottile fil rouge che lega i procidani con la processione dei misteri, da sempre tratto unico della genialità dei procidani”.
Ovviamente sul web la proposta ha suscitato un animato dibattito, a cui ha partecipato anche il superiore della Congrega Matteo Germinario che ha scritto: «A giorni pubblicherò quello che abbiamo programmato in congrega. La settimana Santa non deve morire. Ho già parlato con il Direttore diocesano delle confraternite e lui ha approvato la mia proposta. A breve completeremo il programma con il padre spirituale e lo renderemo pubblico»
Antonio Muro: «La butto lì, magari è una stronzata. Un corteo silente, con le giuste distanze e numeri contingentati, magari mostrato in streaming per chi non ha un terrazzino fronte strada. Preparato nei tempi giusti, potrebbe coinvolgere anche chi fa i misteri, associazioni in primis. Misteri che potrebbero essere ovviamente preparati a misura di questo contesto particolare. Lo so che è molto meno affascinante, e vero, ma nel 2021, in pandemia, credo che fare di necessità di virtù sia un principio quasi irrinunciabile.
È la stessa battaglia del teatro in streaming. Perdere i teatro, o farlo adesso come si può, con un compromesso minimo che la tecnologia consente? È tutto più finto? Si. Ma significa, allora, che dobbiamo essere ancora più veri noi.
L’ho buttata lì, ne abbiamo immaginato già con Matteo Germinario l’altro giorno, il quale già si sta muovendo per “salvare” la processione quest’anno. Le modalità possibili ci sono, e so che anche lui è su questa lunghezza d’onda. Tra due cape come Giovanni e Matteo, ugualmente innamorate del Venerdì Santo, e tante altre che ce ne stanno, e so tante, più di qualcosa, secondo me, si può fare. Streaming o non streaming, la tromba la sentiremo tutti, insistentemente, come sempre. Vera. Viva.»
Gennaro Cibelli: «Buona idea, un’ esposizione di piccole rappresentazioni simboliche della passione costruite coi metodi tradizionali ed oltre a san giacomo sempre per l’ esposizione si potrebbero trovare anche altri siti come santa margherita, la cappella della purita’per dare spazio a chiunque voglia partecipare»
Ciro Saturnino: «Giusto non perdere le tradizioni. Una soluzione è esporre il proprio mistero sul balcone terrazzo o giardino che da alla strada. Non si vedranno misteri di grandissime dimensioni, ma almeno la tradizione dei misteri prosegue.
Il venerdì santo, la mattina, stop ai motori e così chiunque può vedere i misteri girando a piedi l’ isola. Non si creano assembramenti, e chiunque potrà vedere i misteri».