giovedì, Novembre 14, 2024

Ventiquattro anni fa moriva Don Salvatore Verlezza, parroco della Madonna della Libera. In esclusiva una inedita poesia dedicata a Procida

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Ventiquattro anni fa moriva Don Salvatore Verlezza, cittadino onorario di Procida e indimenticabile parroco della Madonna della Libera.

Abbiamo affidato alle parole del Cav. Matteo Germinario, suo stretto collaboratore, il ricordo dell’uomo e del parroco con la pubblicazione di una poesia inedita scritta da Verlezza:

“Salvatore Verlezza nacque a Santa Maria a Vico (CE) il 19 gennaio 1932 da Domenico e da Luigia Coppola. Fin da bambino ha assaporato le amarezze della vita: dalle malattie, alla miseria, alla guerra.

All’età di cinque anni ha ricevuto l’Eucaristia, all’insaputa dei genitori che non lo ritenevano ancora idoneo, ma tale era la volontà di unirsi in comunione con Gesù che, trasgredendo ai suoi, con il consenso del parroco, dopo aver frequentato con profitto il corso di catechismo, ricevette la prima comunione durante la prima messa alle 5 di mattina.

Quando espresse il desiderio di voler intraprendere la via del sacerdozio i suoi genitori, come capita spesso, rimasero perplessi, soprattutto perché non avevano possibilità economiche. All’inizio ha studiato presso i Padri Oblati di Maria Immacolata, nell’istituto che sorgeva adiacente la chiesa dell’Assunta nel suo paese.

Dopo le scuole medie ha cominciato il suo peregrinare per l’Italia, cercando un posto dove poter studiare e approfondire la sua vocazione, passando per Firenze, Roma, fino ad approdare a 18 anni a Pianura presso il Vocazionario fondato dal parroco don Giustino Russolillo, il quale dirigeva personalmente la struttura.

All’ombra di don Giustino ha completato la sua formazione teologica e filosofica. Ha inoltre contribuito con molti articoli e poesie a sostenere la rivista della Congregazione “Spiritus Domini” di cui, in seguito, è stato anche direttore.

Fu ordinato il 9 febbraio 1958 nel duomo di Pozzuoli. Da giovane sacerdote gli fu assegnata subito la parrocchia dell’Annunziata a Paestum, quindi una grande parrocchia nella zona “in” di Napoli: S. Maria di Bellavista a Posillipo.

Il 20 settembre 1963 il suo superiore generale, don Giovanni Maria Galasso, per disposizione del Cardinale di Napoli S.E. Alfonso Castaldo, lo inviò a Procida a visionare la chiesa dell’Annunziata. Arrivò con la motobarca San Francesco e si innamorò subito della chiesa, accettando l’incarico di parroco. Il 23 settembre ritornò a Procida con la nomina firmata dal cardinale.

L’opera che ricorda la sua permanenza a Procida è, senza dubbio, la statua della Madonna della Libera che svetta sulla scogliera di ponente. Tale scultura è stata realizzata in marmo bianco di Carrara.

Il suo nome invece è indelebilmente segnato nella mente di tutti gli amanti della processione del Venerdì Santo, in quanto con il suo avvento a Procida, la sacra manifestazione ha subìto una sterzata di novità culturale e artistica. Nel 1992 riceve la cittadinanza onoraria e per riconoscenza della onorificenza ricevuta dal Sindaco, compose questa poesia per Procida”.

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