venerdì, Dicembre 27, 2024

Vergogna gialloblu

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Inguardabile, deludente. L’Ischia più brutta del 2016 si arrende al cospetto di un Melfi tutt’altro che imbattibile, e vede allontanarsi sempre di più la salvezza diretta. Tre i gol subiti. Cinque i punti che distanziano i gialloblu dal Catania tredicesimo: a preoccupare però non è tanto la classifica, bensì la sconcertante involuzione palesata ieri allo stadio Arturo Valerio contro la squadra di Ugolotti. Una sfida salvezza che, nei fatti, ridimensiona l’undici guidato da Nello Di Costanzo, apparso in quanto ad intensità lontano parente di quello visto al Mazzella contro il Catania e che, rispetto alla sconfitta immeritata contro l’Akragas, non può certamente appellarsi alla sfortuna.

L’Ischia esce ridimensionata, almeno per il momento, perché il Melfi si dimostra superiore in ogni momento della partita, e questo aldilà degli episodi che decidono il match e dell’andamento della ripresa (con i padroni di casa che non fanno altro che gestire il risultato, rischiando anche di siglare il poker). I lucani, insomma, vincono con merito la sfida al cardiopalma al cospetto di una squadra apparsa senza identità e che questa volta perde letteralmente la sfida a centrocampo. Sì, perché i vari Giacomarro, Zane e Maimone, ma anche i trequartisti Canotto ed Herrera hanno vita facile contro il 4-2-3-1 proposto da Di Costanzo, che affida la corsia centrale tra difesa e metà campo a quattro elementi alle prese con problemi fisici (Filosa e Sirigu) e ancora lontani dalla forma migliore (Blasi e, in parte, Spezzani). Rosa striminzita, poche soluzioni in panchina: tutto vero, ma è soprattutto approfittando di qualche errore di troppo nella zona cruciale e delle amnesie della difesa che il Melfi chiude la partita dopo appena trenta minuti. Così, anche alla luce di disimpegni imbarazzanti e, soprattutto, degli infortuni patiti dagli stessi Filosa e Sirigu a partita in corso, viene da chiedersi se non è il caso di affidarsi ad elementi nel pieno della forma, e di non rischiare oppure aspettare chi ancora arranca. È vero, nel mercato di gennaio bisognava fare qualcosa di più in ottica alternative, ma in panchina ci sono anche elementi all’altezza della categoria come Florio, non solo i classici comprimari di turno.

PRIMA FRAZIONE DA INCUBO. L’Ischia scende in campo all’Arturo Valerio con dieci undicesimi degli uomini che hanno ben figurato ad Agrigento: al posto dello squalificato Moracci c’è Sirigu, mentre la vera novità in chiave tattica è l’utilizzo di Kanoute sempre largo sulla fascia, ma – almeno inizialmente – a sinistra. Una scelta, questa, che non darà i frutti sperati, nonostante il grande impegno dell’attaccante senegalese. Padroni di casa, invece, in campo con il 4-3-3: Demontis e Longo siedono in panchina, mentre si rivedono Annoni e Simone Masini, rientrato dopo uno stop di due settimane.

Sin dai primi minuti il Melfi sembra più in palla, con Giacomarro a dettare i tempi a centrocampo ed i rifinitori Canotto ed Herrera bravi a giocare tra le linee, cercando spesso la sponda con il centravanti Masini. I lucani giocano palla a terra, facilitati da un centrocampo gialloblu apparso sottotono; gli isolani, invece, prediligono spesso il lancio lungo, facile preda di Cason e compagni. Dopo i primi minuti di studio, i padroni di casa passano in vantaggio al 9′ con una ripartenza veloce finalizzata da uno scatenato Giacomarro, che sigla così la terza rete in stagione. L’Ischia non riesce a costruire gioco e a reagire: nemmeno dieci minuti dopo subisce il raddoppio, esibendosi nella prima topica di giornata, con l’intraprendente Canotto che approfitta dell’incredibile “tozza-tozza” tra Sirigu e Iuliano. Non c’è ombra di reazione della squadra di Di Costanzo, che vive un black-out paragonabile a quello avvenuto a Catanzaro lo scorso dicembre: al 23′ arriva la mazzata finale firmata Masini, a seguito dell’errore di un Filosa debilitato e che di lì a poco sarà costretto al cambio. Al suo posto Filippo Florio, uno che poteva fare comodo sin da inizio partita, alla luce dell’emergenza che ha colpito la difesa, reparto che – ormai è chiaro – non può fare a meno di Moracci.

Solo nel finale di primo tempo si intravede un moto d’orgoglio degli isolani, ma il solo Kanoute non può bastare: il senegalese è stato anche ieri uno dei migliori in campo, ma – dopo essersi scoperto una seconda punta letale con Bitetto – adesso appare troppo sacrificato nel suo ruolo di esterno d’attacco. Deve essere lasciato libero di svariare, perché l’Ischia ha assoluto bisogno dei suoi gol.

LA RIPRESA: I GIALLOBLU NON PUNGONO. Nel secondo tempo gli isolani sono chiamati ad una vera e propria impresa (che poi non riuscirà). Nel tentativo di salvare il salvabile, Di Costanzo sostituisce l’impalpabile Spezzani per l’esterno Pepe, passando così ad un più congeniale 4-4-2, con Di Vicino arretrato sulla linea dei centrocampisti. A suonare la carica è il solito Kanoute, ma il Melfi non sembra soffrire particolarmente il nuovo assetto degli isolani e, anzi, sfiora il poker con Masini. L’Ischia prova a colpire sui laterali, soprattutto a sinistra, ma i veri pericoli alla porta di Santurro arrivano su calci piazzati con Armeno e Acampora. Tra le due occasioni c’è l’espulsione (giusta) ai danni del melfitano Herrera per doppia ammonizione: la squadra isolana, che nel finale schiera Blasi in difesa dopo l’infortunio di Sirigu, non approfitta della superiorità numerica ed è capace solo di collezionare calci d’angolo (saranno addirittura otto). Dopo le due occasioni incredibili non sfruttate dall’ex Ingretolli arriva il triplice fischio finale: una liberazione, perché poteva andare peggio, molto peggio. E i play-out si avvicinano.

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