Sandra Malatesta | E adesso sentirò le frasi più strane, chi dirà che la morte fa parte della vita, che muoiono tanti in modo improvviso e a atroce che.. che e io non posso che dire si è vero è così.
La vita a volte è spietata e un detto antico dice che porta via sempre i migliori lasciando l’erba cattiva a continuare a vivere. Mi viene però da dire che sono tanto addolorata come sicuramente lo saranno tanti come me. Gianluca Vialli è morto e io penso a quelle sue ultime parole quando disse che insieme al team di medici che lo avevano in cura si era deciso di rientrare in ospedale per affrontare ancora una volta la malattia.
Sentii anche in un un’altra intervista in cui diceva: “Ho paura di morire provo strane sensazioni ma allo stesso tempo sono curioso così saprò com’è morire.” Gianluca un uomo di 58 anni malato come tanti che dava speranza a tanti che era amato dalla famiglia, dagli amici, dalla gente.E mentre scrivo mi viene in mente un tifoso napoletano seduto su un muretto piangere a dirotto per la morte di Maradona. Al giornalista che gli chiese di calmarsi, lui con gli occhi pieni di lacrime disse: “Era nu figl p me ma fatto sunnà sto tropp mal capitm giuvinò”.
Il dolore si manifesta in tanti modi e io oggi provo un dolore che mi spegne. Lo penso con quel suo essere dignitoso, con quei rapporti d’amicizia fraterna con Roberto Mancini e a Massimo Mauro. Penso a quella mamma di 87 anni che è corsa a Londra dal figlio per stare un poco con lui, ai fratelli alla moglie alle figlie. Penso al fatto innaturale di seppellire un figlio a quel dolore che vuole vincere, a quel sopravvivere, a quell’ansia che viene per chi resta.
Vialli ci ha fatto soffrire con la sua morte, Vialli è un figlio morto prima di sua madre. Vialli è uno di noi era una delle tante vite che era amata
Valli era l’abbraccio con Mancini, Viali era uno di noi. È morto un uomo che tanti piangono è morto l’amico vero quello che ti giri e sta lì con te…