C’è un atto tecnico, un interpello regionale che non dovrebbe passare sotto silenzio perché, poi, ci troviamo d’inverno con le corse per Napoli “tagliate” e ci meravigliamo delle scelte imprenditoriali degli armatori.
La questione politica e sociale, purtroppo, è semplice: dobbiamo pretendere che la Regione inverti questa malsana rotta sulla quale procede. Comprendiamo i passi di legge e la correttezza amministrativa che serve, ma sono norme che fa la politica e che la politica può cambiare o integrare.
Ora che la Magistratura ha liberato la direzione trasporti da chi svendeva – stando alle accuse – i diritti dei cittadini per pochi biglietti omaggio, ci troviamo un’altra volta con la Regione che fa di testa sua. Sindaci, dove siete? Vi svegliate da questo letargo ultra decennale?
Il fatto. La Regione Campania deve procedere all’approvazione del nuovo Quadro orario degli accosti dei servizi di Trasporto Pubblico Locale marittimo, allegato al decreto come parte integrante, e autorizzare la prosecuzione dei servizi TPL marittimi già autorizzati dal Decreto Dirigenziale n. 112 del 14 ottobre 2022 per tutelare il diritto alla continuità territoriale. Il nuovo Quadro orario entrerà in vigore il 10 gennaio 2023 e potrà essere rimodulato in seguito alla definizione delle istanze di conferma o nuove proposte in corso di istruttoria o per sopravvenute esigenze tecniche o di sicurezza delle Autorità marittime. Inoltre, la Regione deve attivare le procedure per il rilascio di autorizzazioni per nuovi servizi e/o rimodulazioni di servizi di linea semestrali e invitare le compagnie di navigazione a manifestare il proprio interesse per il rilascio delle autorizzazioni o a confermare gli attuali assetti nautici per il biennio 2023-2024 nella finestra temporale dal 2 al 16 gennaio. Le risultanze dell’interpello del libero mercato saranno poi sottoposte a verifica preventiva con le Autorità marittime competenti e a valutazione comparativa con eventuali istanze in concorrenza.
A chi aspettano i sindaci ad intervenire? In questi 16 pochi giorni ancora a disposizione, perché non “convocare” e sentire gli armatori e provare a disegnare un progetto diverso? Con il supporto economico della Regione? Con lo stanziamento di somme comunali? Perché non usciamo dal silenzio istituzionale e, perché, non invertiamo questa rotta? Davvero ci volete far credere che va tutto bene e che non si deve cambiare nulla nei nostri trasporti marittimi? Davvero ci volete far credere che l’unica opzione che abbiamo è quella del “libero mercato”. Ma quanti disastri ancora dobbiamo vedere, vivere e subire prima di invertire questa rotta verso il costante isolamento?
Avremo qualche reazione? Lo speriamo….