Avv. Giuseppe Di Meglio | Con Vincenzo Delizia scompare uno dei protagonisti della vita pubblica della Isola di Ischia nel dopoguerra, che ha contribuito con la sua intensa attività professionale e politica alla crescita della isola e del suo territorio.
Egli è stato un cattolico militante che guardava ‘a sinistra’, forgiatosi, insieme al fratello Sacerdote Anselmo, al principio che i cattolici debbano essere presenti nella politica per portare nella società l’insegnamento della Chiesa.
Mentre il Sacerdote Anselmo, partito dalla Isola di Ischia, guardava alle evoluzioni dottrinarie del Chiesa conciliare, fondando la rivista settimanale ‘la Chiesa nel Mondo’, Vincenzo partecipava con presenza fattiva alla vita della Democrazia Cristiana, cui rimaneva fedele mentre altri personaggi ne entravano ed uscivano dando luogo a schieramenti civici, alleandosi ora a destra, ora a sinistra, secondo la propria convenienza e ritornando poi nella D.C..
Fu eletto Consigliere Comunale di Ischia, per la prima volta nel 1956, con il dr. Luciano Mazzella che ne era capolista. Tale raggruppamento perse di stretta misura rispetto alla lista del gallo, frutto della coalizione fra Vincenzo Telese, sindaco democristiano uscente, e Vincenzo Romolo, esponente della destra liberale. Essi governarono fino al 1960, alternandosi due anni per ciascuno, Vincenzo Telese dal 1956 al 1958 e Vincenzo Romolo dal 1958 al 1960.
Vincenzo Delizia svolse con scrupolo costruttivo il ruolo di Consigliere Comunale e vi rimase fino al 1975, quando la Democrazia Cristiana dal 1960 era ritornata al governo del Comune ininterrottamente. Fu Assessore Comunale all’urbanistica con l’Amministrazione del Sindaco Vincenzo Romolo dal 1970 al 1975.
In tale quinquennio il suo ruolo politico-amminstrativo fu particolarmente incisivo.
Infatti, l’Ente Autonomo della Isola di Ischia, nato nel 1939 per superare la divisione della Isola in sei entità comunali, aveva competenze in materia urbanistica e durante il periodo della Presidenza dell’avv. Giovanni Di Meglio, diede incarico al Prof. Corrado Beguinot, urbanista di prestigio nazionale, di redigere il Piano Regolatore della Isola di Ischia, che poi i Comuni avrebbero dovuto adottare e trasmettere alla Regione. Venne anche redatto il primo rilievo aereofotogrammetrico della Isola di Ischia, datato 1.4.1968, che segna la prima pietra miliare nella evoluzione del nostro territorio.
Il piano redatto dal Prof. Beguinot fu fortemente osteggiato dal Partito socialista, che nei vari Comuni della Isola di Ischia, si contrapponeva alla Democrazia Cristiana. A quella epoca il PSI aveva una tradizione politica nei soli Comuni di Ischia e di Forio; nelle altre comunità aveva una chiara matrice qualunquista raggruppando anche esponenti del partito fascista che avevano solo necessità di una etichetta politica, con la quale crearsi il proprio spazio.
Vincenzo Delizia, con forza e passione, sostenne la necessità che il Comune di Ischia e gli altri Comuni Isolani si dotassero di un Piano Regolatore, come strumento di regolamento del territorio ponendo fine allo spontaneismo edilizio in quanto a quella epoca veniva seguiti i soli parametri paesaggistici del Piano Calzabini adottato il 5.3.1943 dall’arch. Calzabini, che presiedeva per l’appunto l’EVI.
Il Sindaco Vincenzo Romolo, che era legato a Vincenzo Delizia da una stretta amicizia e condivisione di valori, si battè fortemente perché il Comune di Ischia approvasse il Piano Regolatore per dettare regole che frenassero lo spontaneismo edilizio, particolarmente forte in quegli anni, ed esso, nel 1974, dopo appassionati dibattiti cui Vincenzo Delizia fu sempre presente, portando il suo contributo di idee e di passione, fu adottato dal Consiglio Comunale di Ischia e trasmesso alla Regione che lo rendeva esecutivo il 22.6.1983. Grazie a quel piano regolatore il Comune di Ischia ha potuto dotarsi della nuova viabilità di via Leonardo Mazzella, di via Montetignoso, di via Fondo Bosso, della cittadella sportiva, del nuovo edificio della Scuola Media poi destinato ad Alberghiero, del Centro Polifunzionale, degli insediamenti di edilizia convenzionata di via G.B.Vico e di via Campagnano, che non avrebbero mai potuto essere eseguiti in assenza di Piano Regolatore.
Gli altri Comuni, a guida della Democrazia Cristiana, seguirono la stessa strada: Antonio Castagna a Casamicciola, Pietro Carlo Mattera a Serrara Fontana, Vincenzo Mennella a Lacco Ameno dotarono i loro territori del Piano Regolatore e gli interventi di edilizia popolare e le opere pubbliche furono realizzate.
I Comuni di Barano d’ Ischia e Forio, ove la Democrazia Cristiana era più debole, restarono indietro e l’anarchismo edilizio prese il sopravvento con l’abusivismo.
A Barano, quando intervenne la legge Ponte n. 765/67, che consentiva nel centro abitato di costruire con l’indice di 1,5 mc/mq., tutto il territorio,con la sola eccezione dell’isolotto di San Pancrazio, fu dichiarato centro abitato e furono rilasciate centinaia di licenze edilizie fino a quando la Sezione Urbanistica non annullò quella perimetrazione. Così nascevano centinaia di case prive di opere di urbanizzazione primaria.
Con Vincenzo Delizia ho sempre discusso di questi argomenti; egli era attento e sensibile alle necessità della gente comune ed interessato alla vita del Paese. Si ritirò nel 1975 dalla attività amministrativa in quanto non si identificava appieno nella nuova linea della Democrazia Cristiana. Le elezioni di quel anno comportarono un ampio ricambio generazionale con nuove metodologie ed egli entrò a fare parte della corrente andreottiana che a Napoli costituiva il gruppo critico della predominante corrente dorotea. Vincenzo Delizia, con correttezza, esercitò la sua critica sempre nell’ambito del partito, con lealtà verso quella D.C. di cui era stato socio fondatore nel 1946.
Vincenzo Delizia, però, è stato anche un professionista impegnato: disegnatore abile, arredatore di buon gusto, ha progettato bellissimi edifici, che si caratterizzavano per i loro archi, i loro pavimenti maiolicati, gli infissi in legno naturale. Alberghi quali l’Hotel Smeraldo ai Maronti, l’Hotel Zaro a San Francesco, ville prestigiose quale quella del dr. Santella a via Campagnano portano il suo contributo stilistico.
Sul piano professionale, si interessò con impegno della delicata materia degli espropri che ha creato ai Comuni seri problemi finanziari, causando talvolta il dissesto. Le amministrazioni hanno espropriato suoli di grande valore senza copertura finanziaria applicando i valori tabellari in contrasto con la loro vocazione edificatoria. Ne sono nati lunghi processi, che hanno creato danni enormi alle finanze comunali. Vincenzo Delizia si interessò della materia con passione e competenza denunciando la leggerezza e la improvvisazione amministrativa, fonte di danni per gli stessi Comuni.
Egli è stato, pertanto, un professionista attento e scrupoloso, impegnato a mantenere alta la dignità della sua professione, che deve innanzitutto favorire la cultura della legalità.
Egli va, quindi, ricordato per lo stile, il garbo e la signorilità che lo contraddistinguevano nella vita e nella professione.
I suoi meriti – per spirito di servizio e lungimiranza – sono, quindi, indiscutibili.
Con lui scompare un protagonista del dopoguerra, un cattolico coerente, una persona di capacità propositiva e di conoscenze giuridiche, poste a servizio della collettività, che, quindi, va ricordato ed additato alle nuove generazioni.
Molto bello e interessante l’articolo, giusto riconoscimento per una persona seria è onesta che ci ha lasciato.