Comincia così da Casamicciola, da piazza Maio e dalla zona rossa dopo il terremoto del 2017 la campagna elettorale per queste elezioni regionali 2020 del candidato Vito Iacono. In lista con PSI, questa propaganda vorrà essere una rivalsa della gente comune, un ritorno ad una politica che parli alle persone nei luoghi di vita quotidiana e lì dove vi è bisogno del cambiamento.
I giovani, il lavoro, la sanità ed una rinnovata voglia di dare all’isola tutta quella visibilità che merita in campo culturale, agricolo e turistico sono solo alcuni dei punti cardine che verranno affrontati in queste settimane, dove i problemi della gente torneranno al centro di un vivo e concreto dibattito per un futuro diverso, certamente migliore di quello attuale.
Vito, hai scelto una location importante per parlare di te e della tua campagna: perché piazza Maio?
Spero che in futuro questa possa diventare il centro nevralgico dell’attività politica isolana e della sua ripartenza. Perché è il posto della politica deve intendersi lì dove i diritti sono lesi, e noi qui di diritti violati ne abbiamo tantissimi. Penso al diritto al lavoro, ad una casa, al diritto di condividere delle prospettive future per le generazioni che seguiranno, di stare in famiglia. Troppi e per troppo tempo hanno utilizzato questi luoghi e le incertezze della gente per alimentare i propri interessi e faide elettorali non preoccupandosi di rappresentare un punto fermo sicuro per questa gente.
Qualcosa è stato fatto, altro promesso…
Si è pensato di mettere una virgola prima o dopo un paragrafo per favorire solo alcune categorie. Non si è saputo osservare il dolore della gente comune, che con dignità fin dal primo momento ha saputo reagire e non abbattersi. La stessa formazione della normativa non ha dato alcuna risposta e le macerie sono ancora qui. Soprattutto sulle coscienze di quanti non sono riusciti a mettere in piedi un percorso virtuoso che desse risposte certe a questa gente. Abbiamo bisogno di assumerci delle responsabilità e toglierci di dosso quella polvere, sporca e dolorosa delle macerie che io stesso quella sera d’agosto ho visto qui, tra la gente che con dignità cercava risposte. E comincia da qui il mio rinnovamento di un impegno in primis verso di loro.
Non pensi che essere qui oggi possa essere anche un modo fare demagogia?
Credo che fare comizi, dirette ed intervenire facilmente in aride discussioni siano gesti fini a se stessi in certi casi. La politica, quella vera, è fatta di condizioni che meritano rispetto ed attenzione, silenzio per il dolore degli altri. Bisogna pensare a ciò che si deve fare ed io sono qui oggi silenziosamente, per osservare ciò che altri forse non vedono. Ad oggi non sappiamo cosa sarà di questa zona rossa, se le attività verranno delocalizzate o ancora come verranno compensati gli sfollati. Sappiamo però di avere delle responsabilità forti e di non poterci tirare indietro.
Che sia dunque una campagna di confronti ma anche di riflessioni, per un avvenire diverso…
Nei prossimi giorni condivideremo temi ed idee importanti, dove avremmo bisogno di tutto il sostegno e il contributo di quanti vorranno partecipare attivamente alla politica e al suo ruolo fondamentale all’interno della società attuale. Solo così andremo oltre le parole per arrivare ai fatti, e cambiare le cose.