Un fiume in piena. Tanti argomenti, sparati a cento all’ora. Con Vito Iacono affrontiamo la questione porto di Pozzuoli, le elezioni europee, la questione Forio e quella dell’Isola d’Ischia in generale. Una intervista carica di argomenti e di proposte, difficile da gestire.
IL PERICOLO BLOCCO DEL PORTO DI POZZUOLI
“L’aspetto da sottolineare è che la comunicazione ufficiale non sia stata inviata ai Comuni di Ischia e Procida, che sono i più coinvolti. Come puoi annunciare delle limitazioni al traffico verso Ischia e Procida senza coinvolgere i sindaci? Ci sarebbe dovuta essere una forma di rispetto istituzionale, a prescindere dalle competenze. E poi c’è il problema: ogni volta che arriviamo a Pozzuoli abbiamo difficoltà a sbarcare con le auto. Quindi il problema lo viviamo ogni giorno, anche con i ritardi che si accumulano sulla tratta. È evidente che sia coinvolta anche la Direzione generale dei trasporti della Regione Campania, che ha la competenza in materia, anche se sembra che la regia sia stata presa dalla Prefettura, come hanno riferito gli stessi funzionari della Regione. È evidente che, se non manifestiamo la gravità della situazione, le misure necessarie non si concretizzano. Infatti, cercare delle soluzioni alternative ora è una mossa tardiva, visto che la stagione turistica è già iniziata e le presenze saranno scarse. Si auspica che il clima estivo migliori le cose, ma è fondamentale che i sindaci siano coinvolti e informati su ciò che accadrà e che sollecitino interventi adeguati. Le proposte possono essere di vario tipo, tra cui anche quella di delocalizzare lo sbarco nel porto di Pozzuoli, come suggerivano alcuni colleghi che lamentavano questa soluzione. La scusa delle verifiche sembra poco plausibile, così come un tentativo di dragaggio che non so quanto possa risolvere il problema tecnico dello scalo. Credo che i sindaci debbano chiedere al prefetto di partecipare al tavolo istituzionale e tecnico e di mettere questo argomento tra le priorità dell’agenda politica”.
Prima di entrare nel merito della campagna elettorale per il Parlamento europeo, che è la vera novità politica del momento, facciamo un breve flash sulla tua esperienza a Bruxelles
“Non penso al passato con nostalgia ma con soddisfazione. Si percepiva che era un evento importante e si capiva anche allora, quando forse le istituzioni comunitarie soprattutto il Parlamento europeo erano meno rilevanti di oggi, che era un luogo strategico dove si decideva del destino dei cittadini, delle imprese e degli Stati. Di tutto questo scenario ho una memoria piena che si rinnova ogni giorno quando vedo le direttive che vengono applicate nei vari Stati e di cui i candidati ne parlano, almeno alcuni che ho ascoltato, con me. Ricordo che lo slogan di allora era l’Europa dei cittadini; quindi, la questione fondamentale è che uno si senta cittadino europeo anche se vive a Ischia. Quindi mi aspettavo che chi è venuto a Ischia a parlare di elezioni europee avesse preso degli impegni concreti per garantire a Ischia e a qualunque altra isola, anche piccola, dell’Europa, il diritto alla salute, allo studio, allo sport, al lavoro, alla mobilità, che potrei farne degli esempi semplici, anche perché purtroppo ne ho competenza e responsabilità”.
EUROPEI ISCHITANI
“Noi pensiamo che la coltivazione delle viti a Ischia sia utile per valorizzare una tradizione importante e sostenere il territorio. Questo commissario di governo aveva proposto un’iniziativa coinvolgendo la Regione e le istituzioni comunitarie. Si tratta di una deregulation che riguarda molte isole in Europa, che può avere vantaggi anche dal punto di vista fiscale e non solo. Però l’Unione europea si è sempre appellata a due principi che sono tipici degli Stati uniti d’Europa: quello della sussidiarietà e dell’addizionalità. Quindi c’è questa autonomia degli Stati che devono rispettare i limiti di spesa sui bilanci, ma nessuno dall’Europa ci dice perché in Italia la vita costa di più, il costo del lavoro costa di più o perché in Italia ci sono i numeri chiusi per medicina. I cittadini italiani, purtroppo tardi, hanno dovuto andare a studiare altrove nel tempo. E poi perché i medici italiani se ne vanno in altri Paesi europei? Perché lì si guadagna di più e l’Italia perde competitività. Mi chiedo come Stellantis possa licenziare i lavoratori in Italia e chiudere Torino, mentre sposta la produzione in altri Paesi europei dove le tasse sono più basse e il lavoro costa meno. Loro si appellano a questi principi di sussidiarietà, addizionalità e aiuti di Stato per limitare le opportunità degli Stati. Nel frattempo, l’Europa è diventata un mosaico di velocità diverse e questo è il risultato. Ma anche questo è un modo per eludere la responsabilità politica. Sappiamo che gli equilibri mondiali non reggono se l’Italia e molti Paesi europei devono seguire la NATO, mentre altri cercano altre alleanze che hanno visioni diverse dalle nostre. Quindi o ci liberiamo da questo sistema o rinegoziamo tutto, mettendo sul tavolo le questioni cruciali come il diritto alla salute, il costo del lavoro, il salario minimo. Queste sono le battaglie che potrebbero coinvolgere i giovani e che chi si candida al Parlamento europeo dovrebbe portare avanti. Invece, io vedo solo discorsi superficiali su arte e cultura, che magari non mi interessano nemmeno, invece dei problemi complessi che condizionano anche il nostro livello culturale e la nostra competitività”.
E torniamo alla tua Forio…
“Sono costretto a dire la verità: mi dispiace molto che il dibattito politico si riduca a quello dei social, dove la comunicazione è superficiale e aggressiva. Ci sono tante questioni da affrontare, come dimostrano le nostre richieste di documenti e progetti alla segretaria, agli uffici PEC. Vorremmo capire cosa sta succedendo e perché ci sono questi ritardi nell’ottenere questa documentazione. Vorremmo aprire un confronto sul progetto di città, ma troviamo un sindaco che in campagna elettorale ha parlato di pacificazione e che nell’ultimo Consiglio comunale mi ha detto ‘non prendo neanche il caffè con te’. C’è un problema di stile: non ho condiviso un percorso elettorale con una persona che non mi sento affine, non solo per le idee diverse, ma anche per il modo diverso di comportarsi nella vita di tutti i giorni. Lo dicevo anche al consigliere Laezza, che si stupiva di avermi visto al funerale del lutto che ha colpito il presidente del Consiglio Comunale”.
L’ATTACCO A GIANNI MATTERA
“Laezza era a conoscenza della scorrettezza che aveva commesso Mattera, mentendo e inventando scuse per impedire il camp al Forio Basket all’inizio di luglio. Il Forio aveva richiesto il palazzetto dal 1° all’8 luglio per una collaborazione con Rimini dove opera Francesco e con Milano con Gigi Datome e il Presidente del Consiglio comunale risponde che non è possibile perché in quel periodo ci sono dei lavori. Consulto i documenti ma non trovo nessun riferimento a questa ipotesi di intervento in quelle date. Chiedo a Raia, il responsabile, che lo nega. È evidente che da parte del Consigliere Mattera si tratta di un dispetto, una scorrettezza gratuita, un gesto che non ha nulla a che fare con la politica. L’ho spiegato anche a Tonino Pone che la politica non c’entra niente con questo modo di agire. Perché dobbiamo farci prendere in giro rispetto all’opportunità delle bugie? Sono dispiaciuto che Francesco abbia dovuto invano contattare Laezza o Gianni Mattera e anche la ditta che avrebbe dovuto eseguire il presunto lavoro e che questa non fosse a conoscenza di nulla. Lo chiedo anche agli uffici: c’è una possibilità di dialogo tra la politica e le parti coinvolte nel rispetto di alcune norme che regolano un rapporto diretto tra l’impresa, i cittadini, il Comune? Pensa che hanno presentato questa richiesta di contributo di € 100.000 da candidare sull’assegnazione delle Universiadi, bisognava comunicarlo a tutti. Invece avete favorito i loro amici ed escluso quelli che non gli piacciono”.
IL RUOLO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
“Chiedo al Segretario comunale come può tollerare che il Presidente del Consiglio comunale e i consiglieri comunali, che hanno un ruolo di indirizzo e di controllo per questo Comune di 15.000 abitanti, interferiscano con il lavoro degli uffici e impongano le loro priorità e modalità di azione. Penso che sia evidente che gli uffici abbiano dato l’incarico a Tizio o a Caio su indicazione politica, visto che si tratta di un’azienda legata a candidati o addirittura candidati stessi. Questo potrebbe costituire un atto di concussione, perché io percepisco la pressione del consigliere comunale di maggioranza o di quello che non è stato eletto. Mi sento obbligato a subire un modus operandi che non condivido. Mi aspetto che gli uffici si comportino in modo trasparente, competente e rispettoso della qualità dei servizi che offrono al Paese”.
I CONSULENTI DEI DIRIGENTI
“Questo è un punto essenziale, perché il decreto di nomina dei dirigenti da parte del Sindaco si basa su una normativa che richiede competenze specifiche. Ma i dirigenti nominati hanno bisogno di un’assistenza particolare, che non è indice di umiltà e onestà, ma di una lacuna di conoscenze, esperienze e competenze. Questo si riflette anche nelle varie deroghe sulla gestione dei lavori pubblici, degli affidamenti e degli incarichi, senza una visione di Paese. Abbiamo già sollevato il tema in altre occasioni. E poi c’è il fatto grave per cui chiediamo la convocazione urgente del Consiglio comunale: ci sono le interdittive antimafia e anticamorra, una addirittura in subappalto, in una scuola. Il Sindaco deve spiegare, non a me, ma al Paese, come sono andate le cose. Poi ognuno ne risponderà secondo la propria coscienza, se era coinvolto o no. Ma è giusto che il Paese sia informato con precisione e criterio. È giusto che il Sindaco renda conto”.
IL TRAFFICO
“Ci sono problemi di traffico che non vengono risolti. Io, se fossi stato eletto, avrei realizzato dei parcheggi in periferia e il collegamento tra via Giovanni Castellaccio e Monticchio, dove il Comune ha la collina di Monticchio, con una viabilità alternativa. Non si parla nemmeno di rifiuti o di depuratore, che invece sono questioni serie. C’è una maggioranza in Consiglio comunale che si dichiara ambientalista e fa le giornate ecologiche. Ma che senso ha, se poi il Consiglio comunale non affronta e non risolve i problemi relativi a quelli che dovrebbero essere i temi, come la cava dell’isola?”
LE STRUTTURE SPORTIVE
“Per il campo sportivo si investe più di 1.000.000 di euro per aumentare la capienza e si progetta un parco urbano dietro l’area dove già ci sono i parcheggi con una viabilità alternativa e non si rendono le strutture sportive più fruibili e disponibili. Sono stato coinvolto in un post da Comegna, ma quelle sono battaglie che portiamo avanti da trent’anni. Non pretendo gratitudine da nessuno, è solo onestà intellettuale dire che sul campo sportivo non c’è niente di strano. Con i fondi della palestra Panza abbiamo proposto di realizzare le strutture senza fare gare, abbiamo chiesto di fare un altro campetto dietro il palazzetto sul lato nord, abbiamo chiesto di aprire il play ground delle scuole medie, che fu finanziato dalla Regione e non spetta solo alla scuola. Ci offrimmo con degli sponsor di sistemarlo, ma nulla. Volevamo che andasse avanti il progetto di Andrea Mattera, approvato ai tempi di Franco Regine come sindaco, che era peggio ancora. Su queste cose vorremmo confrontarci.”
Intervista come sempre interessante e difficile da gestire anche perché, se uno a cui non bisogna fare domande. Proviamo a cambiare argomento. L’isola, la sua competitività e la sua messa in sicurezza.
“Per essere competitivi, dobbiamo garantire che l’isola sia facilmente accessibile dalla terraferma e che i nostri cittadini abbiano buoni servizi sanitari, adeguati alle sfide e ai problemi che affrontiamo ogni giorno. L’isola è competitiva se investe. Rispetto agli eventi del terremoto e della frana, come ha descritto in parte Luciano Castaldi nel suo articolo, il problema è che non dobbiamo cadere nella retorica e nella demagogia, e dobbiamo assumerci le responsabilità istituzionali. Sono d’accordo con te che c’è un solo capo di questa situazione, ma penso che sia influenzato dalle altre figure che operano sul territorio. Credo che ci sia una evidente contraddizione, perché anche sul palazzetto dello sport c’è una menzogna: si dice che abbia ricevuto un contributo dal commissario di governo per la frana, ma in realtà era già danneggiato prima, e lo dimostrano le telecamere che hanno ripreso il crollo del tetto con il fotovoltaico”.
L’ATTACCO AL COMMISSARIO LEGNINI
“Come si può giustificare nella propria coscienza quello che ha fatto? Come si può? Non parlo delle bugie che si nascondono in molti dei progetti nel piano che ha presentato. Io ho visto un cartello che annunciava il ripristino della viabilità di Casamicciola, ma io non ricordo marciapiedi a Casamicciola. Perché si dicono bugie quando si ha il dovere di fare le cose bene e in ordine di priorità? Dal 2017 ad oggi non è stata rimossa una sola maceria, e quindi la comunità che cosa voleva e che cosa vuole ancora: l’estetica urbana o la funzionalità di tutto il comparto edilizio?”
LA QUESTIONE LACCO AMENO
“Che cosa succede a Lacco Ameno con il porto chiuso? È evidente che la politica ha una responsabilità in questa situazione che danneggia il tessuto socioeconomico. Non si può chiudere un porto senza creare disagi a chi aveva una barca e problemi economici agli operatori del territorio. Non voglio entrare nel merito della legittimità del provvedimento del giudice, ma non ho capito il motivo di questa decisione che sembra dipendere da un altro problema”.
SUI CONTROLLI A MONTERONE
“Qual è il ruolo del Sindaco e degli uffici comunali nei confronti dei controlli della polizia? Non capisco cosa c’entri la politica con il ruolo della polizia. Perché hanno detto che la nuova sede elettorale serve come presidio di sicurezza? La polizia deve verificare le notizie, ma i problemi sono di competenza del Comune. La politica deve creare presìdi di socialità, tutelare il disagio sul quale si basa il loro consenso, affrontare la paura e la mancata integrazione. Non deve reprimere, ma prevenire con politiche sociali adeguate. Voglio esprimere la mia solidarietà agli amici di Monterone”.
LE COSCIENZE
“Non possiamo rimanere indifferenti di fronte agli scontri che avvengono nella nostra società. Non dobbiamo sentirci superiori agli altri, né ai genitori né ai giovani. Dobbiamo essere consapevoli che questo non è irrilevante e che influisce anche su altri aspetti della politica, come il lavoro e la sicurezza. Dobbiamo quindi cercare di risvegliare le coscienze con le varie iniziative che portiamo avanti. Non dobbiamo farlo solo per noi stessi o per i nostri ideali, ma per coinvolgere le persone e farle diventare portavoce delle nostre proposte. Dobbiamo riflettere su come possiamo contribuire noi, la stampa, a una ricostruzione della società, che soffre di una profonda insicurezza che forse non percepiamo fino a quando non ci colpisce”.